Psicomotricità
Xenia, il servizio di psicomotricità
La psicomotricità è una disciplina caratterizzata da diverse pratiche che, attraverso movimento e gioco, aiutano ad armonizzare le emozioni, il corpo e alcuni aspetti cognitivi. I principali obiettivi di quest’attività sono rivolti ad uno sviluppo equilibrato ed armonioso dell’identità del bambino tramite la conoscenza e la padronanza del proprio corpo e alla capacità di comunicare all’esterno.
Il servizio
La TNPEE (psicomotricista) svolge “attività di abilitazione, riabilitazione e prevenzione nei confronti delle disabilità dell'età evolutiva (fascia di età 0 - 18 anni), intervento di tipo globale attento a considerare, per ogni fascia d'età, l'equilibrio complessivo e l'integrazione di tutte le funzioni e le competenze nonché l'interazione tra evoluzione della patologia e stadio di sviluppo”. La psicomotricità permette quindi di intervenire su bambini disgrafici, con difficoltà di coordinazione motoria, impaccio motorio, manualità fine compromessa, difficoltà percettive, difficoltà di organizzazione spazio/temporale, lateralità e schema corporeo, difficoltà attentive, gioco madre-bambino aiutando infine a rinforzare e creare relazioni con i pari e con l’adulto e promuovere la creatività ed espressività corporea.​
Attività di riabilitazione
interventi terapeutici-riabilitativi per favorire i processi di riorganizzazione funzionale, attività terapeutica per le disabilità neuro-psicomotorie, psicomotorie e neuropsicologiche utilizzando tecniche specifiche per fasce d'età e per singoli stadi di sviluppo, adattando gli interventi alle particolari caratteristiche dei pazienti.
Attività di abilitazione
​Interviene sull'emergenza di abilità, favorendo l'emergere delle funzioni di apprendimento e applicazione delle conoscenze, compiti e richieste generali, comunicazione, mobilità, interazioni e relazioni interpersonali, al fine di garantire le attività e la partecipazione del soggetto, compatibilmente all'età e al livello di sviluppo.
Attività di prevenzione
Interviene per "prevenire" sviluppo atipico nelle situazioni di rischio, e interventi per "prevenire" processi di esclusione del soggetto diversamente abile, favorendo la generalizzazione delle competenze apprese nel setting terapeutico agli abituali contesti di vita.